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Quando il corpo si chiude al sesso

Storie di donne

ginia

Ho sofferto di vaginismo sin dai primi tentativi di rapporto, quando avevo 17 anni.

Ho convissuto con il vaginismo (sebbene non sapessi che il problema avesse un nome) per più di 10 anni.

Quando il mio fidanzato ed io abbiamo provato a farlo la prima volta mi fece molto male: avevo la sensazione che ci fosse un muro “lì” e che fosse impossibile entrare… abbiamo continuato a provare per uno certo periodo ma poi abbiamo addirittura smesso di provare perché era troppo frustrante.

Mi era impossibile anche solo inserire un dito (mio o del mio fidanzato), per non parlare degli assorbenti interni…

Dopo 3 o 4 anni decisi di intraprendere una psicoterapia per risolvere i miei “problemi sessuali” e le mie fobie. Avevo infatti anche attacchi di panico ed ero molto ansiosa.

La psicoterapia andò molto bene e in meno di 3 anni gli attacchi di panico erano spariti e le mie fobie e la mia ansia erano sotto controllo. Ma per quanto riguarda il sesso: niente di nuovo. Era semplicemente impossibile.

Nel corso di questi anni vidi anche 3 diversi ginecologi che dissero tutti la stessa cosa: “devi rilassarti e accettare l’idea della penetrazione. Non c’è niente di male, anzi, dovrebbe essere piacevole!”

Iniziai a prendere la pillola, perché secondo alcuni ero forse spaventata dall’idea di una gravidanza… ma non cambiò nulla.

Continuavamo semplicemente a sperare che un giorno saremmo riusciti a fare l’amore, come per miracolo. Poi, due anni fa, ebbi un ciclo terribilmente doloroso… il mio fidanzato si spaventò moltissimo e voleva quasi portarmi al pronto soccorso. Capii che dovevo farmi coraggio e tornare a farmi visitare da un ginecologo, poiché ormai erano quasi 5 anni che non facevo una visita, e volevo sapere se era tutto a posto.

In attesa della visita ero così spaventata dall’idea che la ginecologa inserisse anche solo un dito che presi il coraggio a due mani e tentai di inserire un mio dito.

Non so come, ma quel pomeriggio ci provai e ci riuscii. Inserii il dito medio della mano destra e dovetti spingere la destra con la mano sinistra, tanto ero terrorizzata e senza forze.

Poi feci la visita e finalmente la dottoressa mi disse che potevo soffrire di vaginismo… fu la prima ad ipotizzarlo e fu tanto corretta da ammettere che non fosse il suo campo e che avrei dovuto vedere un sessuologo. Tutto questo accadde nel maggio 2005.

Già il semplice fatto di sapere che il mio problema aveva un nome e che stavo bene mi tranquillizzò. Così, quando arrivò il ciclo successivo, provai ad inserire un tampone, che entrò tranquillamente.

Ero davvero felice, così decisi di riprovare col mio fidanzato: provammo col dito, che entrò, ma col pene non fummo altrettanto fortunati.

Ero così frustrata che iniziai a pensare che non ci fosse una soluzione al mio problema. Trascorse le vacanze io e il mio fidanzato eravamo davvero in crisi, lui iniziava a mettere in discussione il rapporto ed io capivo che le cose non potevano andare avanti così.

Nel settembre 2005 cercai in internet un sessuologo nella mia città. Dovetti vedere 3 medici prima di scoprire un gruppo di yahoo nel quale collaboravano dottori che supportavano donne che soffrono di vulvodinia (mi era anche stata diagnosticata la vestibulite vulvare – vi risparmio il racconto di quel calvario…).

Lì trovai il medico che divenne il mio ginecologo e il mio sessuologo.

Confermò la diagnosi di vaginismo, mi disse che i miei muscoli erano incredibilmente spastici e che avevo una forma leggera di vulvodinia.

Il mio fidanzato ed io iniziammo una terapia sessuale di coppia nel mese di marzo 2006 e nel giro di 12 sessioni (ovvero, 12 settimane) eravamo in grado di fare l’amore!

Lavorai con i dilatatori Amielle e feci 4 sedute di fisioterapia. Lavorammo anche a livello psicologico, cercando di capire dove sbagliavo, cosa avrei dovuto fare o non fare per cambiare il mio atteggiamento, ma soprattutto cercando di imparare ad amare il mio corpo e la mia vagina. Questo fu il momento più importante della terapia: non si trattò solo di “inserire oggetti” ma anche di imparare a conoscere, accettare e amare il mio corpo e i miei sentimenti.

Poi lavorammo insieme, il mio fidanzato ed io, con i dilatatori, e dopo aver inserito il dilatatore n. 3 riuscimmo ad inserire il suo pene, quasi come se fosse anche quello un esercizio, ma pian piano arrivò la confidenza e divenne tutto naturale e piacevole.

Mi scuso per questa storia lunghissima, ma d’altronde 10 anni sono un lungo periodo di tempo.

Spero che questa storia possa essere un esempio per capire che il vaginismo è curabile. Avevo quasi perso le speranze, ma ora facciamo sesso e ci piace.

Il percorso non deve far paura: è un viaggio magnifico dentro di noi, che ci arricchisce e ci completa e arriva a farci dire: se non avessi sofferto di vaginismo, non avrei mai conosciuto tutto questo.