- Assunzione di farmaci ansiolitici o antidepressivi.
Il razionale del loro utilizzo è correlato all’intento di ridurre l’ansia anticipatoria e il grado di risposta fobica della donna affetta da vaginismo. La loro efficacia come unici presidi terapeutici è molto bassa. Possono essere utili in associazione alla terapia sessuologica.
- Iniezione tossina botulinica nei muscoli perineali.
Il razionale del suo utilizzo è correlato all’intento di risolvere l’ipertono dei muscoli che circondano la vagina così da rendere possibile la penetrazione. In considerazione del fatto che nei casi più gravi la risposta motoria della donna coinvolge molti altri muscoli oltre a quelli del perineo la sua efficacia come unico presidio terapeutico è molto bassa. Può essere presa in considerazione come ‘adiuvante’ della terapia sessuologica ma in considerazione del rapporto costo/beneficio alto non è consigliabile.
- Incisione chirurgica dei muscoli perineali.
Si tratta di un intervento demolitore che produce una soluzione di continuo nelle fibre muscolari che perdono così la capacità contrattile. Appartiene ormai fortunatamente alla preistoria della cura per il vaginismo.